Il percorso etnografico LINUM che partendo da Casa Grazioli e snodandosi tra prati e boschi, collega gli abitati di Strombiano e Celentino sul filo della memoria.
Lunghezza: 3 chilometri
Dislivello: 200 metri
Tempo: 2 ore
Casa Grazioli a Strombiano è il punto di partenza del Percorso Linum
(Lavorare insieme per narrare gli usi della montagna), un suggestivo sentiero che snodandosi fra prati
e boschi collega gli abitati
di Strombiano (con i suoi
90 abitanti è il più piccolo borgo dell’Ecomuseo) e
Celentino. È un itinerario
ad anello di circa due ore,
attrezzato con bacheche
didattiche, che apre una
finestra sulla toponomastica, lo studio dei nomi
del luogo per leggere la
stratificazione del vissuto
nei secoli.
Si incontrano subito la
chiesetta di Sant’Antonio e
il nucleo di masi in località
Bugnidei, quindi si giunge a Presmolini, toponimo documentato già nella
Carta di Regola di Celentino e Strombiano del 1456.
La mulattiera entra
nell’area della comunità,
un tempo strutturata a bosco rado e pascolo utilizzato nei periodi di primavera e autunno. Salendo si
giunge a La Plazöla (1.260m), una balconata naturale da cui si gode un panorama mozzafiato a sud
verso le propaggini della
Presanella, a ovest sul paese di Comasine sovrastato
dal Boai, a nord ovest sui
monti di Peio, dal Cevedale al Vioz, al Taviela.
Da qui il sentiero sale ripido. Sulla sinistra rasenta
un muro a secco, è il confine fra bosco e pascolo della
comunità e i prati falciabili dei privati. Si incontra quindi el mass dei Spade, piccolo edificio rustico
così chiamato dal soprannome della famiglia proprietaria. Nel deposito del
sottotetto si accumulava il
fieno dei prati circostanti. Nella stalla si tenevano
i bovini fino al consumo
della scorta.
L’itinerario prosegue attraverso un passaggio fra
due macigni e un larice,
quasi una porta del bosco
che si apre sulla conca di
Marèc, un’area umida che
raccoglie acqua di sorgente
e di superficie in una pozza, un tempo abbeveratoio naturale per i bovini al
pascolo.
Proseguendo si raggiunge la strada forestale che
lambisce i prati di Stavel,
a valle, e il bosco di Fontanè, a monte. Procedendo
si incontra el mass de Stavel rustico costruito verso
il 1840 a servizio dei prati
sottostanti.
La strada forestale attraversa la Val con l’omonimo rio e raggiunge i Plazi (1.370 m), un’area a monte di Celentino che divide
le praterie dal bosco. Qui
è d’obbligo una sosta per
un’attenta lettura riguardante la gestione forestale
del bosco, ma soprattutto colpisce la fantasia del
viandante il Sass del Béch
(masso erratico coppellato).
Si scende quindi a Celentino lungo la vecchia
via delle carghe. Nel paese
si possono incontrare case con nicchie e affreschi
sacri, la chiesa di S. Agostino, la Casa dell’Ecomuseo, il capitello votivo della
Grande Guerra
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